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icona itinerari Il bosco di faggio

Autore: Ufficio Parchi Provincia di Imperia

Tramite la S.S. n° 28 si raggiunge, da Imperia, a sud o da Ormea, a Nord, il Colle S. Bartolomeo, percorrendo nell'ultimo tratto la vecchia sede dismessa della statale. Al colle si imbocca la S.P. 21 in direzione di S. Bernardo di Conio. Si supera tale nucleo prendendo la provinciale per Rezzo, che si abbandona dopo circa 2,7 Km per salire in direzione di Passo Teglia, località che si raggiunge dopo circa 3,5 km di salita nel bel mezzo dell'ombrosa faggeta.

Proseguendo lungo il sentiero ci si inoltra nuovamente nella bella faggeta dove i pochi arbusti del sottobosco che si incontrano sono il nocciolo e l'agrifoglio; il faggio, infatti, non ama molto la compagnia di altre essenze arboree e solo poche specie, tra cui le due precedenti, riescono a vivere in questi boschi. Le faggete sono invece ricche di specie erbacee, spesso a fioritura primaverile precoce e, tra queste, ricordiamo l'epatica, il bucaneve, l'anemone bianco, le viole, la felce maschio, le cardamini, il sigillo di Salomone, l'aquilegia e altre ancora quali la lattuga montana, il geranio nodoso, la sassifraga a foglie cuneate che, invece, hanno fioritura estiva. Il faggio predilige zone caratterizzate da un'umidità atmosferica alquanto elevata, condizioni che si riscontrano sui rilievi montuosi interessati, specialmente nella stagione estiva, dalla frequente formazione di nubi orografiche.

Tra gli animali che abitano il bosco vi sono alcuni uccelli, quali l'allocco, rapace notturno dal caratteristico verso, e il picchio rosso maggiore; vari sono i mammiferi come il ghiro, proverbiale per il suo profondo letargo, e alcuni "micromammiferi", così chiamati per le piccole dimensioni, che vivono in buchi dei tronchi o tra le radici e cavità del terreno che svolgono un ruolo importante nella rete alimentare. Tra i mammiferi di dimensioni maggiori sono frequenti la volpe, il cinghiale e, meno frequenti, anche il lupo e probabilmente il gatto selvatico. Tra i rettili è presente la salamandra pezzata e l'orbettino ed anche, in punti aperti più soleggiati, il colubro liscio, serpentello color grigio-caffelatte a macchie scure.

A monte del punto sosta attrezzato si possono osservare alcune piazzole cinte da bassi muri a secco, in passato utilizzate per la produzione del carbone. Il ritorno avviene per lo stesso percorso dell'andata.

foto itinerario

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