SIC e ZPS in Liguria » La Spezia » Piana del Magra

icona itinerari Approfondimento itinerario: Il sentiero dei laghi

Il Lago di Pallodola.

Il lago, ex cava per l'estrazione di materiali inerti, sta subendo, dopo la dismissione delle attività di cantiere, un graduale processo di rinaturalizzazione accelerato mediante interventi atti a favorire la colonizzazione dell'ambiente acquatico da parte di svariate specie, vegetali e animali, legate agli habitat delle acque ferme. Infatti, lungo le sponde del lago e dell'adiacente ramo morto del Fiume Magra, si possono osservare formazioni vegetali composte da salici (Salix spp.), ontani (Alnus glutinosa) e pioppi neri (Populus nigra), nonché folti canneti di canna palustre (Phragmites australis). Il lago è abitato da svariate specie di pesci (tra cui il persico trota, la carpa e il carassio), e notevole è il numero degli uccelli che frequentano l'area: soprattutto in primavera e in autunno, in concomitanza con il periodo delle migrazioni, si possono osservare aironi, anatre, gruccioni, e molte altre specie di grande pregio naturalistico. Lungo le sponde della cava sono inoltre presenti alcune piccole zone umide, che ospitano popolazioni di anfibi, come i tritoni e la raganella, e di rettili attualmente in forte rarefazione su tutto il territorio spezzino e regionale, e meritevoli quindi di attenzione e tutela.

Il Centro Anfibi.

Gli anfibi e la biodiversità palustre hanno una nuova area di tutela nel levante ligure. È in fase di ultimazione, infatti, il progetto denominato "la valorizzazione della fauna minore e della vegetazione degli ambienti umidi d'acqua dolce nei SIC Liguri" che sarà attuato dal Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra in provincia di La Spezia.

Il progetto, che è stato cofinanziato dalla Regione Liguria e dall'Unione Europea nell'ambito degli obiettivi di "Rete Natura 2000", è stato programmato dall'Ente parco in collaborazione con il dipartimento DIP.TE.RIS. dell'Università di Genova all'interno delle proprie attività di tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale. L'attuazione del centro per la biodiversità (dedicato in particolare agli anfibi) e gli interventi di rinaturalizzazione della zona umida attorno al Lago Pallodola, che costituiscono i due fulcri del lavoro, sono stati possibili anche grazie al consenso-supporto delle amministrazioni comunali di Calice al Cornoviglio, Pignone, Riccò del Golfo, Sarzana e la Comunità Montana della Media e Bassa Val di Vara.

Particolarmente importante sarà poi la fase di divulgazione e sensibilizzazione degli habitat legati agli anfibi e della fauna minore (corsi d'acqua, aree umide e grotte carsiche, ecc.), del loro significato didattico e del loro corretto uso naturalistico. Contemporaneamente sono state attivate azioni di conservazione a favore di specie di interesse comunitario a elevata vulnerabilità, in particolare anfibi, crostacei e piante acquatiche sommerse e interventi di ripopolamento e ripristino vegetazionale.

Il Centro Regionale per la Fauna Minore.

Collocato presso l'ex-oratorio della Trinità a Sarzana, il Centro per gli anfibi e la biodiversità palustre, comprende un centro visite sulla diversità biologica di anfibi, di altri vertebrati eterotermi e di alcuni invertebrati tipici della Liguria orientale, e l'allestimento di una piccola area curatoriale destinata all'allevamento del cibo vivo e alla stabulazione di animali malati o in quarantena.

L'ambiente naturale delle diverse specie è stato ricreato in vasche dotate di attrezzature ad hoc, in grado di mantenere le particolari e delicate condizioni microclimatiche (temperatura, umidità relativa, piovosità, luce) e la disponibilità di un'ampia varietà di cibo vivo, fattori che sono alla base del loro benessere. Acquari e terracquari espositivi sono stati disposti in due diverse aree: una per le specie prevalentemente diurne e l'altra per le specie rigorosamente notturne o troglobie. Nella prima parte si trova un acquario destinato al mantenimento dello spinarello (Gasterosteus aculeatus), uno per il mantenimento del tritone alpestre (Triturus alpestris apuanus) e un grande terracquario per la testuggine palustre (Emys orbicularis galloitalica) o per l'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata pachypus).

Nella seconda ala, protetta da tende scure, è stato collocato, invece, un terracquario per il granchio d'acqua dolce (Potamon fluviatile) o per il rospo smeraldino (Bufo viridis) e un terrario a sviluppo verticale per i geotritoni (Speleomantes ambrosii).

Valorizzazione della zona umida a Pallodola-Sarzana.

Il Lago di Pallodola costituisce un'importante e pregevole zona umida, malgrado la sua origine artificiale legata all'estrazione di materiali inerti. La spontanea naturalizzazione che ha seguito la cessazione delle attività estrattive ha permesso, infatti, una graduale colonizzazione dell'ambiente acquatico da parte di svariate specie vegetali e animali legate agli habitat delle acque ferme.

Il progetto ha previsto una serie di interventi migliorativi volti a incrementare la biodiversità degli ambienti attorno al lago nel rispetto degli habitat e delle specie che già lo popolano, nonché finalizzati a valorizzare al meglio l'intera area dal punto di vista didattico-divulgativo e a migliorarne l'accessibilità da parte del pubblico.

Il sentiero che percorre il perimetro del lago è stato ripristinato e lungo il percorso sono state posizionate nove bacheche corredate da pannelli illustrativi inerenti i principali ambienti e specie presenti nella zona. Sono stati creati anche tre nuovi stagni naturalizzati, una serie di vasche artificiali completamente integrate con l'ambiente circostante in cui verranno introdotti esemplari di tritone, raganella e ululone dal ventre giallo, e un tipico ambiente di palude dove reintrodurre esemplari di testuggine palustre. Alcune isole galleggianti, formate da canne palustri e salici arbustivi, sono state posizionate nel lago come posatoi per le numerose specie ornitiche presenti nell'area, mentre una serie di strutture artificiali assicurerà un adeguato numero di siti idonei alla nidificazione e/o rifugio di uccelli e pipistrelli.

Infine il parco è intervenuto anche per migliorare lo stato di conservazione di specie vegetali autoctone tipiche delle zone umide provvedendo alla semina ove necessario.

icona itinerari Torna all'itinerario