SIC e ZPS in Liguria » Genova » Punta Baffe - Punta Moneglia - Val Petronio
Riva - Punta Baffe - Monte Moneglia
E' uno degli itinerari classici della Riviera di Levante, con tratti panoramici sul mare e sull'entroterra; prima del violento incendio del 2004, attraversava la più bella pineta a pino marittimo della Liguria. In base all'esperienza si può affermare che entro 15 anni le ferite della vegetazione si saranno rimarginate e la macchia mediterranea con abbondante erica arborea e corbezzolo avrà riconquistato il territorio.
Ai margini del sentiero si osserva l'euforbia a due ombrelle (Euphorbia biumbellata); si tratta di una specie rara, mediterraneo-occidentale, nota in Italia solo della Riviera di Levante, dei dintorni di Massa e dubitativamente di località siciliane. In Liguria si rinviene fra Zoagli e Moneglia, soprattutto ai bordi di sentieri e fasce coltivate non oltre i 350 m sul mare.
Nella gariga fioriscono bei cespi di lavanda selvatica (Lavandula stoechas). Più in alto il bosco è dominato da castagni e roverelle.
Una breve deviazione ci consente una visita alla torre circolare di Punta Baffe, parzialmente diroccata, che serviva per avvistare e segnalare le navi saracene.
L'accostamento fra habitat aperti e forestali, le variazioni di substrato e di esposizione e la ricchezza d'acqua favoriscono invertebrati, anfibi, rettili e uccelli. La fauna comprende pertanto diverse specie stanziali o migratrici di particolare interesse scientifico, rare o che necessitano di protezione. Numerose sono le farfalle che frequentano soprattutto la macchia e le radure; fra esse si evidenziano per bellezza e rarità la cleopatra (Gonepterix cleopatra) che depone le proprie uova sull'alaterno, la farfalla del corbezzolo (Charaxes jasius) e la lisandra iberica (Polyommatus hispanus). A queste s'aggiunge una falena che in ambito comunitario è di interesse prioritario, la callimorfa (Euplagia quadripunctaria) legata soprattutto alla canapa d'acqua (Eupatorium cannabinum) e rivenibile sui versanti più interni del SIC.
La pineta a pino marittimo era una delle più belle della Liguria ed è stata purtroppo recentemente ridotta e degradata sia da un nefasto incendio sia dalla cocciniglia (Matsucoccus feytaudi), fenomeni che interessano quasi tutto l'areale del pino marittimo, una specie molto frugale e a rapida crescita diffusa nel secolo scorso, soprattutto con impianti per ottenerne puntelli per le miniere e materia prima per le cartiere, laddove la natura aveva previsto il dominio del leccio e della roverella. Il sottobosco, salvo che per una maggiore abbondanza di felce aquilina (Pteridium aquilinum), ricalca la composizione di quello di una lecceta rada o di un bosco di querce e ciò testimonia che queste sono le naturali specie abitatrici. I pini ospitano un'infinità d'insetti tra le screpolature delle cortecce, nei ciuffi di aghi o in gallerie dove divorano il legno degli alberi morti o deperiti. Quasi tutti sono preda di uccelli: il rampichino (Certhia brachydactyla) che cattura formiche e insetti xilofagi esplorando a spirale i tronchi, il torcicollo che insegue formiche sui tronchi e a terra, la cincia mora che predilige gli afidi tra i ciuffi di foglie, il picchio verde (Picus viridis) che scava gallerie alla ricerca d'insetti xilofagi. Sugli alberi nidificano lo sparviere (Accipiter nisus) e la poiana (Buteo buteo); più raro e di passo è il Biancone (Circaetus gallicus). Scoiattoli (Sciurus vulgaris) e moscardini (Muscardinus avellanarius) apprezzano i pinoli e lasciano evidenti tracce nelle pigne rosicchiate; frequenti sono la volpe e il cinghiale.
Se l'incendio non si ripete a breve distanza di tempo, esso finisce per favorire il pino rispetto alle latifoglie; al contrario la cocciniglia è oggi il peggior nemico dei boschi liguri. Introdotto casualmente dalla Francia, questo parassita ha già distrutto circa 200 mila ettari nell'arco di 25 anni in Spagna, Francia e Italia.
Alla meta il Monte Moneglia rappresenta il punto più elevato del territorio; da qui ci si può collegare all'itinerario 3 e scendere a Moneglia o a Casarza.
Difficoltà
-
Segnavia
Due cerchi rossi vuoti
Dislivello
in salita: 526 m
in discesa: 15 m
Tempo di Percorrenza
3 ore
Carta
Riferimenti utili
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Altri itinerari
2. Moneglia - Vallegrande - Torre di Punta Baffe
3. Moneglia - Rocche delle Cantene - S. Lazzaro - Casarza Ligure