SIC e ZPS in Liguria » Genova » Punta Baffe - Punta Moneglia - Val Petronio

icona itinerari Moneglia - Rocche delle Cantene - S. Lazzaro - Casarza Ligure

Autore: Mariotti

E' un itinerario trasversale con alcuni tratti panoramici che permette d'osservare ambienti di notevole interesse naturalistico. Raggiunte Case Venino si continua a salire, attraversando la fresca vallecola del Rio Comuneglia, dove in primavera fioriscono anemoni. Pur non molto estesi nel SIC, gli oliveti e, più in generale, i coltivi, svolgono un ruolo fondamentale nell'arricchire di specie flora e fauna. I muri a secco vengono colonizzati da erba vetriola (Parietaria judaica), grattalingua, erba cedracca (Ceterach officinarum), borraccine (Sedum dasyphyllum, S. reflexum), selaginella (Selaginella denticulata). Nei terreni a olivo, quando lasciati inerbiti, fiorisce un'infinità di specie come fanciullacce (Nigella damascena), mordigalline (Anagallis arvensis), boraggini (Borago officinalis), pratoline (Bellis perennis), tarassaci (Taraxacum officinale). La discontinuità che i coltivi creano nel bosco favorisce fringuelli, merli, cinciallegre, verdoni, pettirossi, cardellini, passeri, nonché i più rari ortolani (Emberiza hortulana) e averle piccole (Lanius collurio).

Oltre gli oliveti di Montelugo, ammirata la baia di Moneglia, si attraversa un bel bosco di lecci e roverelle; qua e là si osservano rari alberi di sughera e di cerro-sughera. Raggiunte le Rocche delle Cantene, ci si affaccia sulla Val Petronio. Si scende a raggiungere l'Aurelia presso la località Fornaci vicino a una vecchia cava. Attraversata la statale, si scende ancora, immersi in un bosco misto di pini, lecci e alti corbezzoli. Il nome della zona, "i Bussi", richiama una pianta, il bosso, e proprio un mosaico di pseudomacchia e pseudogariga dominate da bosso, ginestra di Salzmann, ginepro, fiordaliso di Luni, santoreggia e perpetuini si è affermata qui dove il substrato è ofiolitico.

La ginestra di Salzmann (Genista salzmannii) è una endemica altotirrenica (Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria), che cresce dal mare sino oltre 1000 m in zone rocciose, soprattutto ofiolitiche, dove forma caratteristici aspetti di pesudogariga. In Liguria è presente solo fra la linea Monterosso - M. Cornoviglio e quella Chiavari - M. Maggiorasca, presso Sarzana e i Piani di Praglia. È spinescente e, come il bosso, rifiutata dalla maggior parte del bestiame e favorita dal pascolo.

Radure, lembi boschivi, prati e coltivi si alternano lungo il vecchio tracciato pedonale della Montà dei pòvei (= salita dei poveri), riconoscibile per le grandi pietre consunte del selciato. Nelle radure fioriscono orchidee, fra le quali spiccano la serapide brunastra e la cefalantera.

Il sito è frequentato da diversi rapaci (favoriti anche da habitat rupestri) e da numerosi migratori. Si segnalano il Gufo reale (Bubo bubo), lo Sparviere (Accipiter nisus), Pellegrino (Falco peregrinus). Lo sparviere predilige i boschi e preda uccelli di diverse dimensioni, piccoli mammiferi e, raramente rettili e grossi insetti cacciando tra alberi e cespugli. Nidifica nelle pinete del SIC. Un altro uccello da preda, anche se non vero rapace è l'averla piccola (Lanius collurio) che infilza le prede catturate (insetti e piccoli mammiferi) sulle spine dei rovi.

Oltre Case Rissuolo è S. Lazzaro dove nell'XI secolo sorgeva il lebbrosario dell'Alpe Adra, divenuto poi un ospedale attivo sino al 1739. Il tratto finale si sviluppa quasi in piano su una strada asfaltata a fianco di un Rio sino a raggiungere il Torrente Petronio e la bella parrocchiale di S. Michele a Casarza.

Sul Petronio sono presenti greti con detriti di dimensioni variabili da sabbie a ciottoli, colonizzati qua e là da canneti o formazioni dominate da erbe per lo più annue. Sulle rive sono presenti strette cinture, più o meno intricate, dominate da salici e ontano nero (Alnus glutinosa), pioppo nero (Populus nigra) e robinia; nel sottobosco si evidenzia la carice maggiore (Carex pendula). Legati ai corsi d'aqua sono diversi anfibi e rettili come la rana agile (Rana dalmatina), la rana appenninica (Rana italica), i rospi (Bufo bufo), la natrice dal collare (Natrix natrix) e la natrice viperina (Natrix maura). Mentre la natrice dal collare è piuttosto frequente, soprattutto in prossimità dei torrenti, rara è la natrice viperina, che in Liguria, proprio sul Petronio, raggiunge il limite nord-orientale della sua distribuzione. E' la più "acquatica" fra le bisce d'Italia e come le congeneri è innocua per l'uomo e specie protetta. Fra i numerosi uccelli che frequentano questi ambienti attirati dall'acqua e da piccole prede (insetti soprattutto) si segnala il martin pescatore (Alcedo atthis), uccello dagli splendidi colori blu-metallici e ruggine, che si nutre principalmente di piccoli pesci (in media 10-12 al giorno) e crostacei; è specie protetta.

Nei periodi primaverile e autunnale sostano sul Petronio diversi migratori come, ad esempio, la Garzetta (Egretta garzetta) e il Tarabusino (Ixobrychus minutus).

foto itinerario

icona difficolta Difficoltà
-

icona segnavia Segnavia
Due rombi rossi vuoti

icona dislivello Dislivello
in salita: 402 m
in discesa: 390 m

icona tempo Tempo di Percorrenza
3 ore

icona cartina Carta

icona riferimenti Riferimenti utili

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icona itinerari Altri itinerari

1. Riva - Punta Baffe - Monte Moneglia

2. Moneglia - Vallegrande - Torre di Punta Baffe