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icona itinerari Sestri Levante (cantine) - Cappelletta Sacra Famiglia - Punta Manara

Autore: Mariotti

Presso l'ampio parcheggio di Via Fasce, troviamo ciò che resta delle case coloniche Cantine Mulinetti, del Convento benedettino e di un vecchio pozzo sormontato da cupola con statuetta: siamo nell'antica tenuta agricola dei Doria. Da qui saliamo per gradini in un castagneto e incontriamo la prima edicola votiva con dipinto dedicato alla Sacra Famiglia; la salita si fa più ripida fra oliveti e lembi boschivi di castagni, roverelle, lecci, alti corbezzoli e viburni in un mosaico molto favorevole all'avifauna e presto siamo al Colle della Madonnetta. Negli anfratti dei muri a secco è segnalato il raro geotritone di Strinati (Speleomantes strinati); appartiene alla famiglia dei Pletodontidi, un gruppo di anfibi la maggior parte dei quali abita tra l'America settentrionale e le foreste tropicali dell'America meridionale; solo sette specie sono extra americane e tutte sono peculiari della fauna italiana. Il geotritone di Strinati somiglia a una piccola salamandra; predilige le cavità umide e in particolare gli ingressi di grotte e miniere, ma in giornate fredde con elevata umidità dell'aria si rinviene anche sotto pietre o ceppaie, tra le pietre dei muri a secco, nei boschi più freschi e presso i torrenti. È endemico dell'area compresa tra la Francia e la Toscana e protetto da norme regionali e internazionali.

Proseguiamo quasi in piano e troviamo una casa e una seconda edicola con gruppo marmoreo che rappresenta la Madonna con Bambino e testimonia la devozione del popolo ligure alla Vergine Maria. Si prosegue in lieve salita con vista sulla fresca Valle Ramino e sui versanti settentrionali di Costa della Mandrella. In estate qui è facile osservare la farfalla del corbezzolo (Charaxes jasius), uno dei simboli della macchia mediterranea e unico rappresentante in Europa del genere, che è invece ampiamente diffuso nell'Africa tropicale. Vistosa e facilmente riconoscibile, pattuglia il proprio territorio con volo robusto e forte istinto territoriale, scacciandone gli intrusi (in qualche caso anche piccoli uccelli). Si nutre della linfa zuccherina dei frutti maturi e la si può attrarre anche con qualche goccia di vino (meglio se liquoroso). Ha un ciclo con due generazioni, osservabili in maggio-giugno e, più abbondantemente tra agosto e ottobre. Le larve (i bruchi) si nutrono quasi esclusivamente di foglie di corbezzolo.

A Costa Ravino è la terza edicola, risalente al XVIII secolo e dedicata alla Madonna della Neve. A una sella, incrociato un sentiero che collega Mandrella e Ginestra, si prosegue il saliscendi in un bosco misto di pini marittimi, latifoglie e arbusti della macchia e si raggiunge la sella di Terra Rossa, tra M. Ginestra e M. Castello. Qui s'incontra il sentiero n. 2 e ci si affaccia su Riva Trigoso e Punta Baffe. Un lembo di gariga ospita santoreggia, timo e rara euforbia a doppia ombrella.

Dopo pochi metri il sentiero n. 2 ci lascia per salire al M. Castello; occorre proseguire in discesa tra la macchia di lecci e i resti di una pineta sino al sentiero n. 1 proveniente da Sestri Levante. La lecceta di Punta Manara si sviluppa densa soprattutto sui pendii più impervi e meno agibili, dal mare sino a 150 m sul versante occidentale e sino a 200 su quello orientale. Coi lecci troviamo sughere, roverelle, castagni, ornielli, carpini neri e pini marittimi o d'Aleppo; nel sottobosco s'osservano resti di eriche, e corbezzoli, il viburno (Viburnum tinus), il lillatro (Phillirea latifolia), il pungitopo (Ruscus aculeatus), l'erba lucciola mediterranea (Luzula forsteri), l'asplenio maggiore (Asplenium onopteris), la robbia (Rubia peregrina), la strappabraghe (Smilax aspera), i caprifogli (Lonicera etrusca, L. impexa). La macchia e, in misura minore, la lecceta offrono notevoli risorse alimentari e opportunità di rifugio per gli animali. Numerosi sono i coleotteri (in particolare edemeridi, crisomelidi, buprestidi e curculionidi), gli ortotteri (cavallette, grilli, mantidi), le cicale, gli imenotteri (api, bombi e calabroni) e le farfalle, fra cui si evidenziano oltre alla farfalla del corbezzolo, la cedronella (Gonepteryx rhamni) e la cleopatra (Gonepteryx cleopatra). Fra i rettili, la lucertola muraiola, il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), il biacco (Hierophis viridiflavus), il saettone o colubro d'Esculapio (Elaphe longissima). Gli uccelli più frequenti nella macchia sono l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), la sterpazzolina (Sylvia cantillans), il fiorrancino (Regulus ignicapillus) e lo scricciolo (Troglodytes troglodytes); la vicinanza di coltivi e incolti favorisce la presenza di fringuelli (Fringilla coelebs), verdoni (Carduelis chloris), pettirossi (Erithacus rubecula), storni (Sturnus vulgaris), cardellini (Carduelis carduelis). Nel bosco la ghiandaia (Garrulus glandarius) apprezza le ghiande di lecci e roverelle. Nelle zone più aperte cacciano il gheppio e il pellegrino. Tra i mammiferi sono presenti il moscardino, il topo quercino (Elyomis quercinus), il riccio (Erinaceus europaeus), la volpe (Vulpes vulpes) e il cinghiale (Sus scrofa).

Dalla cresta si osserva la macchia a euforbia arborea che scende sulle rupi, un vecchio edificio militare e i resti dell'antica torre saracena. Nelle giornate più limpide la vista giunge sino alla Corsica.

foto itinerario

icona difficolta Difficoltà
-

icona segnavia Segnavia
Due cerchi rossi pieni

icona dislivello Dislivello
in salita: 247 m
in discesa: 78 m

icona tempo Tempo di Percorrenza
1 ora 30 min

icona cartina Carta

icona riferimenti Riferimenti utili

Galleria fotografica

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icona itinerari Altri itinerari

1. Sestri Levante - Casa Mandrella - Punta Manara

2. Riva Trigoso - Monte Castello