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Castiglione Chiavarese - Bracco - Baracchino
È un itinerario semplice, adatto a percorsi a cavallo e in MTB, che si svolge nei boschi della Val Petronio e consente collegamenti con altri itinerari e un percorso ad anello tramite l'itinerario 3. Discesi al fiume, lo attraversiamo, su un ponticello in pietra a tre arcate, poco a monte della Cappella di S. Rocco. Le rive del Petronio sono bordate da cinture di ontano, pioppo nero, salice e robinia; tra le specie caratteristiche di questi ambienti troviamo carice massima (Carex pendula), erba maga (Circaea lutetiana), sambuco (Sambucus nigra), coda di cavallo (Equisetum telmateia), iperico maggiore (Hypericum androsaemum), felce florida (Osmunda regalis). Diversi sono gli anfibi e i rettili, come la rana agile (Rana dalmatina), la rana appenninica (Rana italica), i rospi (Bufo bufo), la natrice dal collare (Natrix natrix) e la natrice viperina (Natrix maura). Tra gli uccelli si evidenzia il martin pescatore (Alcedo atthis).
Si risale un sentiero che fiancheggia il Rio Ciapasqua, dapprima fra coltivi e poi in un fitto castagneto; raggiunta una strada, la si segue fiancheggiando il podere di Cascina Grande e in breve siamo a Bracco, grazioso insediamento di crinale di poche case e una chiesetta. Ampia è la visuale sull'alta Val Petronio. Nelle radure si evidenzia, per la rarità nel levante ligure, la barlia (Barlia robertiana), una delle maggiori orchidee per dimensioni e delle prime a fiorire nella nostra regione; nel bosco si notano invece altre orchidee chiamate "nidi d'uccello" (Neottia nidus-avis) per la forma particolare delle loro radici; tutte le specie di orchidee sono protette da norme internazionali e in qualche caso regionali; accontentiamoci di osservarle e fotografarle.
Percorso un breve tratto dell'Aurelia, s'imbocca la strada sterrata degli acquedotti, immersa in un bosco misto di pini marittimi e castagni. Il percorso si volge a mezza costa con alternanze di vallecole umide e dossi più asciutti, accostamenti di specie mediterranee e a gravitazione boreale. Presso le numerose pozze s'osservano tritoni e salamandre. Nel sottobosco vivono la rara belladonna e il candido pero corvino.
La belladonna (Atropa belladonna) è una splendida, ma velenosissima pianta. Trattasi di un'erba perenne di 50-150 cm, coperta di peli brevi, fetida. Le foglie superiori sono riunite a coppie (una piccola e una grande). I fiori, solitari o appaiati, peduncolati, penduli, hanno una corolla campanulata (di 2-3 cm di diametro), bruno-violacea. Il frutto è una bacca sferica, nera e lucente, mortale. Fiorisce da giugno a luglio. Questa specie vive sui margini e nelle radure delle foreste, lungo sentieri delle zone collinari e montane sino a 1600 m. Il suo nome scientifico ricorda "atropos", la Parca che decide la morte. Le foglie, colte a maggio, e la radice, cavata a settembre-ottobre, contengono alcaloidi velenosissimi (atropina, giusquiamina, scopolamina) importanti in terapie mediche; l'atropina ha un noto impiego per dilatare le pupille. Dalle foglie si estraeva colorante verde impiegato in pitture e miniature.
Sulle pendici del M. Costalunga preso la località Anteggi, sono stati portati alla luce interessanti resti di una casa rurale con forno, appartenuta forse all'antico insediamento di Bodetia lungo l'originario tracciato dell'Aurelia. Gli scisti della Val Lavagna lasciano il posto alle argille a palombini e alle ofioliti; dopo aver incontrato l'itinerario 3 lasciamo la comoda strada e saliamo sulla destra; oltre una fresca sorgente, giungiamo alla sella del Baracchino, crocevia di sentieri.
Difficoltà
-
Segnavia
Tre cerchi rossi pieni disposti a triangolo e due righe rosse parallele verticali
Dislivello
in salita: 439 m
in discesa: 117 m
Tempo di Percorrenza
4 ore
Carta
Riferimenti utili
Altri itinerari
1. Moneglia - Lemeglio - Salto del Cavallo - M. S. Nicolao
3. Castiglione Chiavarese - Cotarse - Baracchino - M. S. Nicolao
4. Salto del Cavallo - Mezzema - Case Carbonino - Deiva Marina
5. Anello delle sughere