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icona itinerari Salto del Cavallo - Mezzema - Case Carbonino - Deiva Marina

Autore: Comunità Montana Riviera Spezzina

Habitat principali: bosco di castagno, bosco misto con sughera, pineta a pino marittimo, macchia mediterranea.

L'inizio del percorso (da affrontarsi preferibilmente in discesa) è sull'Aurelia in località Ca' Marconi. Dopo una breve salita attraverso un bosco di castagno si inizia la discesa, si costeggia l'autostrada e si raggiunge la località Casale; si prosegue poi attraverso i coltivi per l'abitato della frazione di Mezzema, superato il quale si prosegue in salita sino ad una piccola sella per continuare quindi sulla medesima quota sino alla discesa sopra le case Carbonino. Da qui si può raggiungere l'abitato storico di Deiva Marina o continuare in costa sino alle case Castagnola ed affrontare l'ultimo tratto in discesa sino a Deiva Marina.

Molto interessante in questo tratto è la presenza della sughera (Quercus suber). La quercia da sughero rappresenta una specie facilmente identificabile per la caratteristica corteccia suberosa, altrimenti simile come aspetto al più diffuso leccio (dal quale risulta difficilmente distinguibile in giovinezza, quando non ha ancora sviluppato la corteccia suberosa).

Si tratta di una specie autoctona, a distribuzione mediterraneo-occidentale, che qui si trova quasi al limite settentrionale del suo areale; in Liguria forma di rado popolamenti, che generalmente sono di limitata estensione e molto frammentati, distribuiti con discontinuità: proprio nell'area in questione presenta alcune delle formazioni più estese e articolate a livello regionale.

Lungo il percorso la ritroviamo in formazioni miste termofile a leccio, macchia e pineta di pino marittimo. Si tratta di formazioni marcatamente termofile, accompagnate da specie arbustive della macchia mediterranea: corbezzolo, mirto, robbia e stracciabraghe.

Il più diffuso leccio (Quercus ilex) ha portamento sia arboreo, con altezze che possono raggiungere i 25 m, che arbustivo.

La longevità è elevata ed alcuni soggetti possono superare i mille anni di età. Pur essendo specie rustica e molto plastica sia nei riguardi del clima che del terreno, un limite naturale alla sua espansione è presente nella forte acclività dei pendii sui quali non riesce a formarsi un suolo sufficientemente profondo. Il leccio rappresenta uno degli elementi più rappresentativi della vegetazione mediterranea. Oltre che per motivi ecologici e paesaggistici, la presenza di boschi di leccio riveste una notevole importanza dal punto di vista della protezione dal rischio idrogeologico: alberi di buona struttura con apparati radicali sviluppati e profondi contribuiscono notevolmente al consolidamento delle pendici e l'elevata densità delle chiome, che genera una barriera sempreverde, mitiga l'impatto delle acque piovane. Nelle aree più calde e meglio esposte il leccio si accompagna a specie termofile quali lentisco (Pistacia lentiscus), terebinto (Pistacia terebinthus), alaterno (Rhamnus alaternus), mirto (Myrtus communis), corbezzolo (Arbutus unedo), erica (Erica arborea). Nelle aree più fresche ed umide il leccio si consocia con specie mesofile come orniello (Fraxinus ornus), carpino nero (Ostrya carpinifolia), roverella (Quercus pubescens), biancospino (Crataegus monogyna), emero (Coronilla emerus).

Il castagneto è un altro degli ambienti forestali diffuso nell'area. Il castagno (Castanea sativa) è infatti una delle specie più presenti sui versanti meno asciutti e deve questa sua ampia distribuzione alla secolare opera dell'uomo. Pianta longeva e di rapido accrescimento, esige terreni sciolti e ben drenati, sebbene si possa ritrovare talvolta anche in posizioni meno congeniali (stazioni prossime al mare, terreni decisamente più aridi e difficili), sia per forzature operate dell'uomo, sia per un discreto grado di adattabilità della stessa pianta allorquando persistono condizioni di freschezza nel terreno. Il valore dei vecchi lembi di castagneto da frutto, oltre che paesaggistico e storico- testimoniale, è anche notevole per la fauna legata a tronchi vetusti e con cavità (soprattutto rapaci notturni). La flora associata al castagneto riveste un interesse notevole per la presenza di specie mesofile come l'agrifoglio (Ilex aquifolium) e il dente di cane (Erythronium dens-canis).

foto itinerario

icona difficolta Difficoltà
-

icona segnavia Segnavia
Un quadrato rosso pieno; dal M. Mezzema a Carbunin non c'è segnavia.

icona dislivello Dislivello
in salita: -
in discesa: 590 m

icona tempo Tempo di Percorrenza
1 ora 50 min (in discesa)

icona cartina Carta

icona riferimenti Riferimenti utili

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